L’ITALIA SCOMMETTE ANCORA SUI DATA CENTER
- davidecuneo
- 14 lug
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In Italia sono attivi circa 180 data center, infrastrutture chiave per accompagnare la trasformazione digitale del Paese. Si stima che entro il 2026 gli investimenti nel settore possano raggiungere i 15 miliardi di euro, con una forte accelerazione prevista nel biennio 2025-2026.
Il sistema infrastrutturale italiano è sempre più avanzato, grazie alla diffusione della fibra ottica, della rete 5G e dei cavi sottomarini che connettono il Paese al resto del mondo. Questa rete capillare sta rendendo l’Italia uno snodo strategico per i dati e l’innovazione in Europa.
A Roma, l’8 luglio, si è svolto un confronto tra esperti, istituzioni e operatori del settore per discutere il ruolo dei data center nella crescita industriale e tecnologica del Paese. Tra i temi emersi, grande attenzione è stata dedicata alla sostenibilità ambientale, alla necessità di semplificare le regole e all’adozione di nuove tecnologie.
Dal punto di vista ambientale, si lavora per migliorare l’efficienza energetica dei data center, ridurre il loro impatto sul territorio e riutilizzare il calore generato dai server. Sul fronte normativo, la mancanza di regole chiare e uniformi rappresenta ancora un ostacolo allo sviluppo. Si punta a una semplificazione delle autorizzazioni, al recupero di aree industriali dismesse e alla promozione di iniziative legate all’economia circolare.
Durante l’incontro si è parlato anche di cloud e infrastrutture digitali distribuite, come le Content Delivery Network, fondamentali per garantire la sicurezza e la resilienza dei dati. È emersa l’esigenza di definire un quadro normativo più chiaro anche per questi servizi.
Il governo ha confermato l’interesse strategico verso il settore, sottolineando che l’Italia sta già attirando investimenti significativi per la costruzione di nuovi data center. È in preparazione una strategia nazionale che mira a rafforzare le reti elettriche, migliorare le infrastrutture digitali e creare poli tecnologici regionali dedicati a innovazioni come l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico.
Il tema dell’energia resta cruciale: servono reti più resilienti, fonti rinnovabili e una pianificazione territoriale capace di prevenire congestioni o impatti ambientali critici, soprattutto in regioni a forte densità industriale.
A livello europeo, si sta lavorando a nuove norme comuni per facilitare lo sviluppo dei data center, favorire gli investimenti e promuovere la competitività. L’Italia è oggi tra i Paesi in più rapida crescita nel settore, ma per diventare un hub digitale di primo piano servono politiche coerenti, investimenti mirati e sviluppo di nuove competenze.
L’incontro di Roma ha confermato la volontà di creare un dialogo stabile tra pubblico e privato, per sostenere l’evoluzione dell’ecosistema digitale italiano e rafforzare la posizione del Paese nel contesto tecnologico europeo.
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